La fotografia realizzata in occasione della festa di Natale 2022 con la presenza di tutti i genitori della Pallacanestro Uboldo!
IL MAMBA INCONTRA MOZART
Giocare sul campo della palestra Giulio Galli è un’emozione unica per i nostri giocatori, non solo perché questo impianto è la casa della nostra società, ma soprattutto perchè gli atleti sono costantemente “osservati” da due grandi giocatori: Kobe Bryant e Drazen Petrovic.
Stiamo chiaramente parlando del murales “Il Mamba incontra Mozart”, realizzato dall’artista e amico Fabrizio Vendramin nel periodo precedente al primo vero lockdown a causa della pandemia Covid-19 (febbraio 2020), motivo di grande vanto e orgoglio della nostra società. Entrando in palestra non lo si può non notare, vale quindi la pena raccontare la storia che c’è dietro questo capolavoro.
Innanzitutto, il dipinto è attorniato da questo spazio illusorio, rappresentante un campetto da basket all’aperto in paradiso.
In primo piano, di schiena, c’è Petrovic, con la sua maglia numero 3; di fronte a lui, Kobe tiene una palla da basket in mano e sorride aspettando finalmente una sfida “uno vs uno”, match che sfortunatamente la storia ci ha impedito di poter assistervi di persona.
Tra loro c’è Mozart che suona un pianoforte, seguendo rigorosamente lo spartito: un’unica nota con una Corona. La Corona è stata scelta dalla storica band PFM per ricordare la resistenza di tutti noi durante il lockdown, in quanto simbolo musicale che indica che la nota sottostante ha una durata variabile (è il maestro che definisce la durata e la fine di quella nota). Il valore simbolico di tutto ciò sta chiaramente nel fatto che, nel periodo della pandemia, ognuno di noi era chiamato a seguire le indicazioni del “maestro”, cioè di autorità scientifiche e istituzionali, restando pazienti e attendendo la fine.
Prima di continuare a descrivere il murales, va aperta una breve parentesi per raccontare chi sono stati Drazen Petrovic e Kobe Bryant. Loro due sono stati, e sono tuttora, fonte di ispirazione per moltissimi giocatori di pallacanestro. Hanno rappresentato due generazioni di basket: Drazen negli anni ‘80 e Kobe nei primi anni 2000. Drazen è stato un eroe nazionale in Jugoslavia, approdando in NBA per “sole” 4 stagioni e riuscendo ad entrare nell’ambitissima “Hall of Fame”. Kobe, figlio d’arte, cresciuto cestisticamente nelle giovanili italiane, entra in NBA ai soli 17 anni e vince ben 5 anelli con i Los Angeles Lakers.
Ai due, purtroppo, è stata destinata una tragica scomparsa: Drazen in un incidente stradale nel 1993 mentre viaggiava con la sua compagna; mentre Kobe schiantandosi in elicottero con sua figlia Gianna il 26 gennaio 2020.
Chiudiamo questa triste parentesi e ritorniamo al nostro fantastico murales.
A questo punto potreste chiedervi: “Per quale motivo il murales si chiama Il Mamba incontra Mozart?”
La scelta del titolo la si può ben intendere guardando il pianoforte e conoscendo a fondo i due campioni. Possiamo, infatti, vedere Mozart che suona di fronte a un “Black Mamba” (uno dei serpenti più velenosi al mondo): guarda caso, “Mozart” e “Black Mamba” sono proprio i soprannomi di Drazen e Kobe. Infatti Petrovic era stato rinominato “il Mozart dei canestri”, per la sua musicalità ed eleganza nel giocare a basket; mentre Bryant “il Black Mamba”, per la sua capacità di “azzannare” le partite con le sue giocate vincenti.
Ecco dunque spiegato perché “Il Mamba incontra Mozart”.
Sul pianoforte si può vedere rappresentata una foto di un signore con la barba e i capelli lunghi e scuri, foto che i più attenti avranno sicuramente già visto appesa nella nostra bacheca vicino agli spalti. Questo signore è l’uomo a cui chiunque di noi all’interno della Pallacanestro Uboldo deve tutto (sebbene la maggior parte non l’ha mai potuto conoscere). Lui è Giulio Galli, padre fondatore della Pallacanestro Uboldo nel lontano 1976, a cui è intitolata anche la palestra comunale. È grazie a lui se oggi si può giocare a basket ad Uboldo: Grazie Giulio!
Concludendo, il murales ci ricorda, ogni volta che calpestiamo il parquet della Giulio Galli, di quei 3 grandi uomini che hanno fatto la storia, uboldese e mondiale.
La loro vita e la loro passione per la pallacanestro devono servire come una motivazione, una spinta per tutti quegli atleti, cestisti o meno, che vogliono calcare un campo per vincere, per giocare o semplicemente per divertirsi con gli amici; ma anche per tutte quelle persone che non praticano un’attività sportiva e che semplicemente vogliono, nella vita o nel lavoro quotidiano, dare sempre il massimo per vivere al meglio con sé stessi e soprattutto con le altre persone.