In foto: la squadra Under 19 (Davide è il numero 30)
Per un atleta, non c’è cosa peggiore che infortunarsi.
Quando ti infortuni, in partita o durante un allenamento, il mondo si ferma per un attimo e tutto appare un po’ più buio del solito; ma il momento peggiore è quando il fisioterapista, l’ortopedico o il medico di turno ti dice per quanto tempo dovrai stare fermo: una settimana, un mese oppure… “Aspetta fino a gennaio”.
In questo genere di momenti non è facile per un giocatore sapere che per un periodo dovrà rinunciare ad allenamenti e partite, le uniche valvole di sfogo… è una doccia fredda, gelida, ghiacciata.
É proprio questo quanto successo a inizio stagione al playmaker della nostra Under 19 Colombo Davide. Il Colo – così soprannominato dai suoi compagni di squadra – si presenta al primo allenamento di questa nuova stagione entusiasta e con la voglia di riscattarsi dopo i mancati (seppur per pochissimo) playoff della stagione precedente.
La sua carica si spegne una sera della pre-season: il 26 settembre, durante un’amichevole contro Origgio, Davide cade su un giocatore avversario e appoggia male il braccio. Il dolore è insopportabile, ma rimane in panchina a sostenere la squadra. Finita la partita si reca in pronto soccorso e arriva il verdetto: rottura della testa del terzo metacarpo, che significa lontano dal parquet di gioco fino a gennaio.
Cosa si fa in questi casi? Come ci si può rialzare da un KO del genere? Esistono due possibilità: ti deprimi e attendi passivamente la data del tuo ritorno in campo oppure reagisci come ha fatto Davide.
Infatti, Colo si è sempre presentato ad ogni allenamento: si metteva a bordocampo a fare inizialmente qualche esercizio di stretching e quelli riabilitativi prescritti dal fisioterapista.
Secondo il suo compagno di squadra e capitano dell’Under 19 Fabio Moni, la presenza di Davide in qualche modo è stata fonte di motivazione per il gruppo: “Faceva piacere a tutti vedere che Colo stava lavorando costantemente al suo ritorno e, soprattutto, che lo stava facendo con noi lì presenti“.
Non sarà stato per niente facile stare fuori dal campo a vedere i suoi compagni migliorare e divertirsi, con l’ansia di non sapere quando sarebbe tornato a giocare. Non sarà stato neanche emotivamente semplice assistere alle partite con la voglia di combattere in campo insieme alla sua squadra (non se n’è persa una: nemmeno una trasferta di 80 chilometri a Verbania!).
Davide non si è mai arreso e non l’ha data vinta a quella vocina che gli diceva: “Non ce la farai, quando tornerai sarai più indietro rispetto al resto della squadra!“. Dopo continui rinvii sul suo ritorno in campo, Colo è tornato a giocare nel mese di gennaio, proprio ad inizio della fase di ritorno del girone di qualificazione.
La storia di Davide Colombo è in grado di trasmettere un messaggio importante: la passione e l’amore per il basket e per la Pallacanestro Uboldo sono fondamentali per superare il periodo nero di un infortunio. Davide ci ha insegnato quanto lo spirito di squadra velocizzi il rientro in campo, ma soprattutto che non dobbiamo MAI mollare!